Airbnb e il Comune di Lecce annunciano la riscossione automatica dell’imposta di soggiorno: significa che chiunque abbia aderito al portale...
Un passo avanti importante, se si considera che soltanto nel 2018, 24.500 viaggiatori hanno soggiornato con con Airbnb a Lecce. L’obiettivo dell'accordo è semplificare e digitalizzare questa procedura, contribuendo anche ad azzerare il rischio di evasione.
Lecce si aggiunge così alle altre città, in Italia e all’estero, che hanno compiuto un passo avanti fondamentale con la digitalizzazione della riscossione e del versamento di questa imposta, agevolando chi desidera affittare case e appartamenti in piena regola con la normativa comunale.
Sono infatti oltre 400 le amministrazioni nel mondo per le quali Airbnb gestisce in maniera semplificata il versamento delle imposte, e per le quali ha raccolto oltre un miliardo di dollari.
Per Giulio Del Balzo, Public Policy Associate di Airbnb Italia, l’accordo per la riscossione digitale «è il risultato di un percorso di confronto e di dialogo con l’amministrazione locale, che dobbiamo ringraziare. Si tratta di un cambiamento vantaggioso per tutti: ci guadagna il turista, sempre più orientato a gestire servizi e pagamenti online; ci guadagnano gli host, che spesso hanno difficoltà a farsi pagare la tassa in contanti, e ci guadagno le amministrazioni, che si assicurano il pagamento dell’imposta per tutte le prenotazioni tramite Airbnb».
Dal primo maggio, dunque, i prezzi degli alloggi disponibili sul portale saranno già comprensivi dell’imposta - 3% del valore della prenotazione - che verrà poi versata automaticamente nelle casse comunali.
Sono 35.100 gli annunci (interi appartamenti e stanze) di Airbnb attivi in Puglia, dei quali 1.900 a Lecce. Lo scorso anno, a livello regionale, gli host hanno ospitato 290.300 viaggiatori, con una durata media del soggiorno di 4,3 notti.
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